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La vocazione laicale

a cura di Angela Giungato, presidente parrocchiale Cuore Immacolato di Maria di Taranto

Terzo incontro, venerdì 28 febbraio, presso il Seminario Arcivescovile, del percorso di Form Azione per i responsabili di Azione Cattolica con la relazione del nostro Arcivescovo, Mons. Ciro Miniero, dal titolo “Laici forgiati dallo Spirito pellegrini di speranza”. Il titolo riprende una frase del discorso di Papa Francesco nell’incontro del 25 Aprile 2024 con circa 100.000 aderenti all’Azione Cattolica riuniti in Piazza San Pietro in occasione della XVIII Assemblea Nazionale ed ha avuto come parola chiave ”chiamati”.

Il Vescovo, nel suo intervento, ha subito ripreso dall’introduzione della Presidente diocesana, Letizia Cristiano, il riferimento ai tanti santi e beati provenienti dall’esperienza dell’Azione Cattolica; ha affermato che i tanti santi derivano dalla forza di santità insita nel carisma dell’Associazione che si sforza di vivere la laicità nel proprio tempo e dalla consapevolezza forte di appartenere ad una comunità, la Chiesa.

Rilevando poi la forza profetica del Concilio Vaticano II, si è soffermato, dal paragrafo 7 della Lumen Gentium, sull’immagine della Chiesa corpo di Cristo, unico, ma con una pluralità di membra, generata dallo Spirito, che costituisce misticamente tutti noi come parti del Signore provenienti da tutte le genti. Per cui la Chiesa non è un’élite, non si riunisce per le qualità di un leader, ma è un popolo di salvati, non di salvatori, che sanno riconoscere il bene presente nel mondo, sapendo che è il Signore che salva. Il Battesimo ci innesta nel corpo di Cristo e ci introduce nella vita cristiana retta dall’appartenenza a Lui.

Mons. Miniero si è poi soffermato sul paragrafo 30 del IV capitolo della Lumen Gentium dedicato ai laici, che non sono una categoria ma che sono popolo di Dio, anche per esserne la maggioranza. Raccontando la vita del beato Bartolo Longo, pienamente laico, di cui è stata annunciata l’imminente santificazione, ha delineato la vocazione laicale. Dio non tira i laici fuori dalla vita, ma dà loro la forza di sostenere la vita dei più deboli per costruire una nuova civiltà dell’amore, di dare una svolta alla società del tempo, di portare al mondo la salvezza del Signore, di fare ciò che la vita personale e professionale chiede secondo il Vangelo.

Rispondendo poi alle domande dei presenti il Vescovo ha offerto ulteriori spunti di riflessione circa il ruolo delle associazioni all’interno della Chiesa, che hanno come compito quello di “organizzare la speranza”. Ogni associazione, in una visione ministeriale, deve compiere ciò che c’è di proprio insieme con gli altri. In un mondo occidentale portato all’isolamento, dove i poteri economici sono più forti di quelli ideologici,non solo l’Azione Cattolica ma tutta la Chiesa è in evidente difficoltà. Noi però non dobbiamo perdere la bussola, ma continuare a percorrere vie nuove attraverso l’accoglienza, consapevoli che la nostra forza è la presenza del Signore e l’impegno a fare comunità. Quando l’Azione Cattolica serve in varie forme i ragazzi, i giovani, gli adulti risponde alla sua vocazione affinché le parrocchie mettano insieme le persone e siano aperte a tutti. Infine ha sottolineato che ’’intimismo” è “tradizionalismo” sono i rischi che i credenti corrono di fronte alla complessità del nostro periodo storico.

Oltre il contributo di riflessione che Mons. Miniero ci ha offerto, ci restano nel cuore la sua paternità, il suo stile pacato e riflessivo, le sue parole precise e incisive, che ci sostengono nel nostro impegno a servizio della Chiesa e del mondo, per cui non possiamo che esprimere al nostro Pastore un sentito ringraziamento.

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