A cura dell’Equipe MSAC diocesana
Come tutti ben sappiamo, ci troviamo nel mezzo di una pandemia che ha condizionato la vita non solo degli individui, ma dell’intera società civile; e, in particolare, ha cambiato il sistema scolastico, il rapporto tra gli studenti e con gli insegnanti. Nessuno avrebbe potuto pronosticare un evento di tale portata. Nonostante questo, vorrei che provassi per un momento a chiudere gli occhi e ad immaginare che le scuole, in realtà, sono state chiuse in occasione delle vacanze estive e che il Governo italiano ha pensato bene di rimandare la loro apertura per permettere a noi ragazzi di dedicarci alle passioni a cui teniamo di più, a quelle attività che altrimenti non riusciremmo a fare se fossimo sommersi di studio. Resta con gli occhi chiusi, immagina di essere sul letto in camera tua mentre aspetti di incontrare quella persona che, lo sai, è in grado di cambiarti l’umore in poco tempo: probabilmente ne hai tanto bisogno, perché proprio oggi, tra l’autobus strapieno di gente, la prof. che ti ha colto impreparato, tua madre che urla perché tu metta a posto la camera, vorresti gettare la spugna e cancellare tutto. Poi, d’un tratto, riesci a vedere e ad abbracciare quell’amico/a che ti farà spuntare un sorriso, magari andrete al cinema insieme oppure vi mangerete una bella pizza in quel locale che tanto vi fa impazzire!
Ora apri lentamente gli occhi e non ti demoralizzare nello scoprire che purtroppo tutte queste emozioni, che hai vissuto fino a poco tempo fa sono lontane, adesso l’unica cosa che ci è concessa è quella di incontrare online, e non dal vivo, i nostri affetti più cari. Tuttavia non rattristarti perché, dopo ogni temporale, esce sempre il sole!
Effettivamente in questo momento le scuole sono chiuse, e non perché sono state prolungate le vacanze estive: in questa situazione noi studenti sentiamo di essere come una barca in mare aperto, sballottata dalle onde dell’incertezza, oscillando tra la possibilità di tornare fra i banchi di scuola e la necessità di continuare a stare a casa in DAD.
Di solito la maggior parte degli studenti delle classi superiori è chiamata a utilizzare il trasporto pubblico per recarsi a scuola. Forse questo rappresenta l’ultimo ostacolo da superare, per tornare quanto prima in classe. Sarebbe bello poter avere tra le mani una bacchetta magica per risolvere immediatamente tutti i problemi! Non avendone una a disposizione, noi studenti possiamo seguire un’altra strada per contribuire ugualmente a cambiare questo tempo: e cioè ribadire l’urgenza di ristabilire un patto educativo, tra una generazione e l’altra, tra docenti e discenti, tra educatori ed educandi, che metta al centro l’importanza e la bellezza del contatto sincero, del dialogo costruttivo, della disponibilità ad apprendere e ad accogliere da entrambe le parti. Vorremo ribadire anche la necessità di rimettere la causa giovanile ed educativa al centro delle agende politiche, perché uno Stato si rivela adulto e responsabile a partire dalle priorità che si dà; vorremmo che chi decide anche del nostro futuro possa prendersi maggiormente cura di noi “più piccoli”, con passione sincera, e così formarci davvero perché un domani, nella nostra realizzazione personale e sociale, possiamo essere in grado, a nostra volta, di avere a cuore le sorti delle generazioni che verranno!
“La Didattica a distanza sta semplicemente mettendo in evidenza se le scuole erano aperte prima che succedesse tutto questo perché ciò che deve essere aperta è la relazione tra discepolo e maestro. Quando la relazione è reale, ha effetti reali sulle persone. E quindi la distanza sta mettendo alla prova se la relazione esistesse già da prima. […] Si insegna con l’essere prima ancora che con le parole.”
Alessandro D’Avenia