La vocazione laicale

a cura di Angela Giungato, presidente parrocchiale Cuore Immacolato di Maria di Taranto

Terzo incontro, venerdì 28 febbraio, presso il Seminario Arcivescovile, del percorso di Form Azione per i responsabili di Azione Cattolica con la relazione del nostro Arcivescovo, Mons. Ciro Miniero, dal titolo “Laici forgiati dallo Spirito pellegrini di speranza”. Il titolo riprende una frase del discorso di Papa Francesco nell’incontro del 25 Aprile 2024 con circa 100.000 aderenti all’Azione Cattolica riuniti in Piazza San Pietro in occasione della XVIII Assemblea Nazionale ed ha avuto come parola chiave ”chiamati”.

Il Vescovo, nel suo intervento, ha subito ripreso dall’introduzione della Presidente diocesana, Letizia Cristiano, il riferimento ai tanti santi e beati provenienti dall’esperienza dell’Azione Cattolica; ha affermato che i tanti santi derivano dalla forza di santità insita nel carisma dell’Associazione che si sforza di vivere la laicità nel proprio tempo e dalla consapevolezza forte di appartenere ad una comunità, la Chiesa.

Rilevando poi la forza profetica del Concilio Vaticano II, si è soffermato, dal paragrafo 7 della Lumen Gentium, sull’immagine della Chiesa corpo di Cristo, unico, ma con una pluralità di membra, generata dallo Spirito, che costituisce misticamente tutti noi come parti del Signore provenienti da tutte le genti. Per cui la Chiesa non è un’élite, non si riunisce per le qualità di un leader, ma è un popolo di salvati, non di salvatori, che sanno riconoscere il bene presente nel mondo, sapendo che è il Signore che salva. Il Battesimo ci innesta nel corpo di Cristo e ci introduce nella vita cristiana retta dall’appartenenza a Lui.

Mons. Miniero si è poi soffermato sul paragrafo 30 del IV capitolo della Lumen Gentium dedicato ai laici, che non sono una categoria ma che sono popolo di Dio, anche per esserne la maggioranza. Raccontando la vita del beato Bartolo Longo, pienamente laico, di cui è stata annunciata l’imminente santificazione, ha delineato la vocazione laicale. Dio non tira i laici fuori dalla vita, ma dà loro la forza di sostenere la vita dei più deboli per costruire una nuova civiltà dell’amore, di dare una svolta alla società del tempo, di portare al mondo la salvezza del Signore, di fare ciò che la vita personale e professionale chiede secondo il Vangelo.

Rispondendo poi alle domande dei presenti il Vescovo ha offerto ulteriori spunti di riflessione circa il ruolo delle associazioni all’interno della Chiesa, che hanno come compito quello di “organizzare la speranza”. Ogni associazione, in una visione ministeriale, deve compiere ciò che c’è di proprio insieme con gli altri. In un mondo occidentale portato all’isolamento, dove i poteri economici sono più forti di quelli ideologici,non solo l’Azione Cattolica ma tutta la Chiesa è in evidente difficoltà. Noi però non dobbiamo perdere la bussola, ma continuare a percorrere vie nuove attraverso l’accoglienza, consapevoli che la nostra forza è la presenza del Signore e l’impegno a fare comunità. Quando l’Azione Cattolica serve in varie forme i ragazzi, i giovani, gli adulti risponde alla sua vocazione affinché le parrocchie mettano insieme le persone e siano aperte a tutti. Infine ha sottolineato che ’’intimismo” è “tradizionalismo” sono i rischi che i credenti corrono di fronte alla complessità del nostro periodo storico.

Oltre il contributo di riflessione che Mons. Miniero ci ha offerto, ci restano nel cuore la sua paternità, il suo stile pacato e riflessivo, le sue parole precise e incisive, che ci sostengono nel nostro impegno a servizio della Chiesa e del mondo, per cui non possiamo che esprimere al nostro Pastore un sentito ringraziamento.

ANCHE L’AZIONE CATTOLICA CONTRO LA TRATTA DI ESSERI UMANI

a cura di Cosimo Spezio, vicepresidente Settore Giovani diocesano e responsabile dell’Area Internazionale dell’ACI

La scorsa settimana, dal 2 all’8 febbraio, si è tenuta a Roma la XI edizione della Settimana di Preghiera e Riflessione contro la tratta degli esseri umani, coordinata da Talitha Kum, la rete internazionale anti-tratta, con la presenza di diverse organizzazioni partner, tra cui anche l’Azione Cattolica Italiana e il Forum Internazionale di AC. In occasione dell’Anno Santo Giubilare, il tema scelto è stato: “Ambasciatori di speranza. Insieme contro la tratta di persone”.

In qualità di coordinatore dell’area internazionale dell’ACI, ho avuto la possibilità di essere anch’io un giovane ambasciatore di speranza e di partecipare ad alcuni momenti significativi. In particolare, nella mattinata di venerdì 7 febbraio, come delegazione dei giovani ambasciatori, sopravvissuti e rappresentanti della rete delle organizzazioni promotrici abbiamo incontrato in udienza privata il Santo Padre Francesco presso Casa Santa Marta. È stato un momento toccante perché il Papa, nonostante le precarie condizioni di salute, ha incoraggiato tutti i presenti a continuare a lavorare contro questo crimine che calpesta i più basilari diritti dell’uomo, spronando gli operatori a mettere al centro del proprio lavoro le vittime e i sopravvissuti.

Ci siamo poi spostati presso la casa dell’UISG (Unione Internazionale delle Superiore Generali), ente promotore dell’iniziativa assieme all’USG (Unione dei Superiori Generali), per vivere il pellegrinaggio online di preghiera e riflessione contro la tratta. Attraversando tutti i continenti e i fusi orari, dall’Oceania all’Asia, Medio Oriente, Africa, Europa, Sud America e, infine, il Nord America, l’evento è stato trasmesso in diretta streaming in cinque lingue (inglese, spagnolo, portoghese, francese, italiano). Se da un lato è stato triste constatare la diffusione globale di questo terribile crimine, dall’altro è stato confortante vedere tante organizzazioni e persone di buona volontà unite contro la tratta degli esseri umani.

Il giorno successivo, l’8 febbraio, si è celebrata la Giornata Internazionale di Preghiera e Riflessione contro la tratta degli esseri umani. Tale data non è casuale, poiché ricorre la festa di Santa Giuseppina Bakhita, donna e suora sudanese vittima di tratta e simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro questo fenomeno. Come giovani ambasciatori di speranza presenti, abbiamo concluso la nostra esperienza con una giornata di confronto e dialogo, terminando con il consueto lancio della Call to Action, una chiamata all’azione globale contro la tratta, da usare per mobilitare e sensibilizzare contro questa triste realtà in tutto il mondo. Ci siamo salutati dandoci appuntamento al prossimo anno: sappiamo infatti che, purtroppo, la tratta non sarà sconfitta nel breve termine, ma al contempo non manca in noi la speranza di poter fare ancora tanto contro questo crimine.

Come Azione Cattolica Italiana, siamo determinati non solo ad appoggiare Talitha Kum, la rete internazionale contro la tratta, ma sappiamo anche che occorre parlare di questo fenomeno nei nostri gruppi parrocchiali e diocesani. Un piccolo gesto potrebbe essere scaricare l’app Walking in Dignity, attraverso cui è possibile convertire i propri passi in token da donare a progetti per il recupero delle vittime e dei sopravvissuti. Abbiamo infine il dovere di sensibilizzare tutti i nostri aderenti contro la tratta, sottolineando come questo crimine sia presente anche nelle nostre società occidentali, apparentemente avanzate e benestanti.

Non smettiamo di impegnarci affinché tutti possano vivere e camminare nella dignità.

“La Pace in Azione” – Festa della Pace diocesana 2025

In occasione della Festa della Pace, lo scorso fine settimana, l’Azione Cattolica diocesana ha organizzato due significativi momenti.

Sabato 25 gennaio, presso la Parrocchia Santuario Nostra Signora di Fatima in Talsano si è tenuto un “AperiScambio” per Giovani ed Adulti.

Dopo la lettura del paragrafo 4 del Messaggio per la 58° Giornata Mondiale della Pace di Papa Francesco, gli oltre 100 partecipanti sono stati divisi su 10 tavoli. Seguendo la modalità del Word Cafè in un clima intimo e conviviale, giovani ed adulti si sono confrontati su idee, progetti e sogni per realizzare i “cambiamenti culturali” auspicati dal Papa. Da questo scambio sono emerse diverse idee, progetti e desideri da mettere in campo concretamente da parte dell’associazione sul nostro territorio. Questo appuntamento è stato, anzitutto, un’occasione per conoscersi e rinforzare i legami tra diverse realtà parrocchiali, ma è risultata anche una vivida testimonianza di quanta sensibilità e attenzione ci sia nella nostra associazione per diverse tematiche.

L’incontro è poi continuato con un momento di preghiera apertosi con l’attraversamento della Porta Santa della parrocchia, sede giubilare, colorata con le bandiere della pace e animata dal coro e dal Gruppo Adulti parrocchiale.

La preghiera è stata inoltre arricchita dalla presenza di alcuni componenti dell’Associazione Noi&Voi che attraverso la loro testimonianza ci hanno permesso di sperimentare personalmente il valore del messaggio del Papa, di una pace che passa attraverso l’accoglienza del fratello non con gli occhi di chi giudica ma di chi, perseverando i principi di giustizia e solidarietà si mette al servizio dell’altro.

<< Giovani ed adulti, nei singoli tavoli, hanno vissuto un prezioso scambio intergenerazionale che ha evidenziato come sia sempre più necessario parlare di tematiche sociali che hanno al centro l’essere umano e quanto sia indispensabile una visione progettuale delle nostre attività >> riporta Guglielmo, consigliere diocesano di AC. Sempre Guglielmo << Tra le tante, significativa una idea uscita in uno dei tavoli circa la creazione di spazi verdi come punti di aggregazione e fucine di idee, soprattutto in quelle zone che molto spesso subiscono una carente attenzione per la sola caratteristica di essere “la periferia”, così come spesso richiamata anche dal Santo Padre >>.

Domenica 26, nella città vecchia di Taranto, davanti al Palazzo di Città, si è svolta la “Festa della Pace”, con un bel momento di animazione, la significativa testimonianza dell’associazione Noi&Voi e di lì è partita la consueta Marcia della Pace con i bambini e i ragazzi dell’ ACR arrivata fino alla Basilica Cattedrale di San Cataldo dove, in un clima festoso e partecipato, si è celebrata la Santa Messa. Una domenica ricca di entusiasmo e colori che raccontiamo con la voce di alcuni educatori.

Chiara, educatrice della parrocchia Sant’Antonio di Taranto: << L’equipe diocesana dell’Azione Cattolica dei Ragazzi mi ha coinvolto per l’animazione della Festa della Pace insieme ad alcuni ragazzi della mia parrocchia. Sin dalla prima chiamata abbiamo concordato di non essere uno spettacolo per gli altri, ma uno spettacolo con gli altri. Insieme ai ragazzi e ai bambini ci siamo impegnati per portare sul palco un lavoro di squadra, divertimento e coinvolgimento, tutti uniti per la pace, senza pensare alla perfezione del lavoro ma all’essere felici di essere lì. Abbiamo inoltre presentato “Praise” una canzone molto utilizzata in America per pregare, cantata e ballata ognuno come vuole per ricordare, appunto, che ovunque e in qualsiasi modo possiamo lodare >>.

Stefano della parrocchia San Pio X: << Anche da educatore, rivivere momenti come quelli della Festa della Pace è sempre una bellissima emozione. La Festa della Pace è un momento speciale per celebrare l’importanza dell’unità, del dialogo e della solidarietà. Ce lo hanno ricordato i ragazzi della associazione “Noi&Voi”, insieme a Don Francesco Mitidieri, spiegandoci l’importanza di “uscire dall’ombra” e che chiedere aiuto non è da persone deboli ma da persone coraggiose.

Oltre questa importante testimonianza, i ragazzi sono stati accolti con balli e giochi, per poi proseguire con la marcia della Pace e arrivare nella Cattedrale di Taranto, dove hanno partecipato alla Santa Messa concludendo così questa bellissima giornata >>.

Maria del Santuario Nostra Signora di Fatima: << Tra colori, musica, abbracci e bandiere, tutti insieme, grandi e piccoli, abbiamo partecipato alla festa della Pace. Un appuntamento al quale da anni partecipo con i ragazzi della mia parrocchia; e anche quest’anno è stato impagabile ascoltare la semplicità con cui i bambini e i ragazzi alla parola PACE negli slogan o negli striscioni hanno accostato espressioni come amore, abbracci, rispetto, amicizia, libertà. Parole che appartengono alla vita di tutti i giorni, e che i bambini usano come “soluzione” ai loro piccoli e grandi conflitti. Quanto ancora abbiamo da imparare da loro! L’entusiasmo ha coinvolto anche i passanti e i residenti durante la marcia che ci ha condotti fino al passaggio attraverso la porta della Cattedrale, quest’anno chiesa giubilare. Già le testimonianze degli ex detenuti e la presenza di tanti ragazzi mi hanno fatto riflettere sul desiderio e sulla necessità del cambiamento, reale, e concreto, che parte dalle piccole cose; e questo pensiero mi ha accompagnata lungo la marcia e ancora durante la Messa in Cattedrale. Mi risuona ancora dentro il verso ascoltato e cantato “Semina la pace e tu vedrai che la tua speranza rivivrà, spine tra le mani piangerai, ma un modo nuovo nascerà”. Allora seminiamo, ancora e ancora, il cambiamento è in atto e noi grandi e piccoli ne siamo protagonisti >>.

La “Pace in Azione”, come lo slogan di quest’anno, è così che vogliamo accogliere questo invito, perché la pace non si deve solo urlare ma abbiamo la responsabilità di renderla fattibile attraverso le nostre azioni quotidiane, personali e di gruppo.

A braccia aperte: la popolarità in Azione Cattolica

a cura di Angela Giungato, presidente parrocchiale Cuore Immacolato di Maria di Taranto

Secondo incontro, giovedì 28 novembre, presso il Seminario Arcivescovile, del percorso di Form Azione per i responsabili di Azione Cattolica con la relazione del delegato regionale di ACI della Puglia, Piergiorgio Mazzotta, dal titolo “A braccia aperte”. Il titolo riprende lo slogan dell’incontro di Papa Francesco del 25 Aprile 2024 con circa 100.000 aderenti all’Azione Cattolica riuniti in Piazza San Pietro in occasione della XVIII Assemblea Nazionale ed ha avuto come parola chiave” la popolarità”.

I lavori, che hanno previsto dei laboratori di riflessione e di scambio di esperienze, sono stati introdotti da un articolato contributo di Mazzotta.

L’intervento del relatore, per definire che cosa è oggi la popolarità per l’Azione Cattolica, ha fatto continuamente riferimento all’Evangelium Gaudium di Papa Francesco, alla Lumen Gentium, al progetto Formativo dell’Azione Cattolica, al documento della XVIII Assemblea nazionale.

Popolarità in Associazione è vivere nella vita di ogni giorno, cogliere il desiderio di formazione nascosto nel cuore di ogni uomo, accogliere le domande di vita delle persone per camminare insieme, accompagnare ciascuno in tutti i passaggi della vita.

Popolarità è la caratteristica di un’Associazione fatta di persone e non di leader, aperta a tutti in ogni condizione di vita ed età, coraggiosa nell’essere missionaria, evangelizzando anche da una scrivania, ma dopo essere stati in mezzo al popolo.

La popolarità in AC non è solo questione di numeri, di iniziative o di immagine, ma di mente e di cuore, perché nasce dal piacere spirituale di essere popolo e perché l’incontro con l’altro ci fa riconoscere Dio e diviene, quindi, luogo teologico.

Popolarità è, secondo le parole di Papa Francesco, assumere la forma di un poliedro, in cui confluiscono “tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità. Sia l’azione pastorale sia l’azione politica cercano di raccogliere in tale poliedro il meglio di ciascuno. Lì sono inseriti i poveri, con la loro cultura, i loro progetti e le loro proprie potenzialità. Persino le persone che possono essere criticate per i loro errori, hanno qualcosa da apportare che non deve andare perduto. È l’unione dei popoli, che, nell’ordine universale, conservano la loro peculiarità; è la totalità delle persone in una società che cerca un bene comune che veramente incorpora tutti.” (EG 236). La nostra Associazione non è una zona protetta, ma ci deve essere accoglienza di tutte le persone con le proprie difficoltà.

Popolarità è per l’Azione Cattolica costruire l’unità nella diversità di età, di condizione sociale e culturale, scoprendo la dimensione profetica dell’essere popolo, ad intra mettendosi in ascolto della Parola di Dio, ad extra col servizio e la testimonianza, con l’obiettivo di far riemergere la speranza prima di tutto nel nostro cuore e poi nel cuore degli altri, insomma di essere pellegrini di speranza.

Nei laboratori sono emerse le ricchezze e i limiti dei nostri gruppi parrocchiali riguardo alla capacità di essere inclusivi e non selettivi, di collaborare e di fare rete con le altre realtà ecclesiali e civili presenti nel proprio territorio, di mettersi a servizio delle povertà e delle marginalità evidenziando un notevole sforzo che si fa perché nessuno sia escluso.

Tutti sul set! – Festa del Ciao diocesana

a cura di Serena Sabato e Michele Vitale, educatori parrocchia San Vito (TA)

Domenica 3 novembre, l’Azione Cattolica dei Ragazzi, dell’Arcidiocesi di Taranto ha vissuto la Festa del Ciao diocesana nel quartiere di S. Vito.

La comunità locale ha accolto con entusiasmo gli amici intervenuti da tutta la diocesi sul litorale di Viale del Tramonto assolato e ventoso.

Partendo dalla provocazione che Gesù fa a Pietro nell’icona biblica annuale, “Prendi il largo”, ascoltata e interpretata dagli acierrini della parrocchia di S. Marco Evangelista di Torricella, i ragazzi hanno incontrato diverse realtà locali che hanno scelto di prendere il largo attraverso diverse forme di volontariato : ANF, Anspi oratorio S. Vito – TA, ProLoco S. Vito, Fondazione dal Mare, LIFC Puglia ODV, ASD Salty Skin Taranto.

Gli operatori delle associazioni, dopo essersi raccontati e aver mostrato le attività che svolgono, hanno guidato – con l’aiuto degli educatori – i ragazzi in attività ludico-creative che hanno dato vita alla scenografia di un set cinematografico fatto di speranza (l’ancora con le conchiglie dei 6/8), fede ( i pesci realizzati dai 9/11) , e carità ( la rete fatta di nodi dei 12/14) dove ognuno può trovare il suo posto privilegiato, “la sua parte” …sulla barca del Signore!

Insieme poi, con una breve processione, si sono recati in chiesa dove l’Arcivescovo, S. E. Rev. Mons. Ciro Miniero – accompagnato dal suo segretario, nonché assistente dell’ACR, don Luciano Matichecchia – ha celebrato la S. Messa e ha invitato tutti i presenti a fare rete tessendo amicizie e restando connessi, “annodati” gli uni a gli altri proprio come ci indica il Vangelo della XXXII settimana: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Al termine i ragazzi, rappresentati dal delegato dell’EDR di S. Vito, hanno donato a Sua Eccellenza un piccolo marinaio, opera di un’artista locale, quale simbolo di colui che sceglie quotidianamente di prendere il largo con coraggio e passione avendo cura della barca-chiesa.

Al termine della celebrazione l’arcivescovo ha benedetto il campo di basket parrocchiale ristrutturato con l’aiuto di tanti fedeli e amici.

La S. Messa, animata da una rappresentanza del coro vicariale e la presenza di tanti festosi ragazzi, dei loro genitori ed educatori che hanno gremito la chiesa ha offerto linfa spirituale all’AC locale e a tutta la comunità di S.Vito che si è adoperata con dedizione e gioia per la realizzazione di una festa che fosse segno di amicizia e sinodalità : “profumo di Gesù” come ha detto qualcuno!!

Inoltre ringraziamo gli stessi che hanno donato tantissimi viveri alla Caritas parrocchiale che vive un tempo di difficoltà.

Quest’apertura dell’anno ci dona speranza di frutti proficui: buona la prima!!

E ora….tutti sul set quindi, si va in scena!!

L’Azione Cattolica in FormAzione

a cura di Angela Giungato, presidente parrocchiale Cuore Immacolato di Maria

Ha preso il via domenica 27 ottobre, presso il Seminario Arcivescovile, il percorso di Form Azione per i responsabili di Azione Cattolica con la relazione del Presidente Nazionale Giuseppe Notarstefano sul tema “Atleti e portabandiera di sinodalità”. Il tema riprende la frase pronunciata da Papa Francesco nel discorso del 25 Aprile 2024 a circa 100.000 aderenti all’Azione Cattolica riuniti in Piazza San Pietro in occasione della XVIII Assemblea Nazionale ed ha come parole chiave la corresponsabilità e la sinodalità.

Diversi i punti su cui il Presidente si è soffermato con contributi e spunti di riflessione per i presenti che hanno dato vita ad un dibattito ricco ed articolato.

Ha definito la formazione un atto di responsabilità sociale, perché forma la persona integralmente; non va intesa come una fase preparatoria all’agire ma ci si forma per vivere la corresponsabilità e la sinodalità nella vita quotidiana. E’ intreccio di esperienze che ha come meta la responsabilità; ma ogni responsabilità, se autenticamente intesa, diventa corresponsabilità.

La sinodalità poi, ha continuato, nasce dal Concilio Vaticano II, che indica che lo spazio della Chiesa è il mondo. Il Papa ha voluto un Sinodo sulla sinodalità, cioè sulla capacità della Chiesa di camminare insieme al suo interno e all’esterno con gli uomini del nostro tempo. La sinodalità chiede democrazia; il Sinodo è un percorso di rinnovamento della Chiesa fedele al Vangelo ed immersa nell’oggi, nel qui ed ora con tutta la sua complessità. Un atteggiamento da sviluppare è quello dell’ascolto rispetto alla vita delle persone, ascolto che deve diventare conversazione, ridando senso alle parole, perseguendo la fraternità.

Papa Francesco, ha ricordato Notarstefano, parlò del Sinodo, prima che ai Vescovi, ai catechisti e all’Azione Cattolica definendola “palestra di sinodalità”. Ed infatti una delle caratteristiche dell’associazione è l’unitarietà, voluta da Vittorio Bachelet, che mette insieme diverse fasce d’età e diverse condizioni di vita. Inoltre l’ACI nasce dal protagonismo dei laici, vive la democraticità interna, collabora corresponsabilmente con i Vescovi e con i presbiteri, cura una formazione spirituale ed ecclesiale, cioè comunitaria. I laici di ACI si prendono cura delle persone, cioè li prendono in carico, condividono con loro il percorso di vita, sanno valorizzarne i talenti con gli strumenti della vita associativa, in cui i responsabili diventano leader della cura. Ne emerge un’associazione che sa guardare alla tradizione senza nostalgie e che sa rinnovarsi accogliendo le sfide del tempo presente.

L’identità dell’ACI oggi consiste, secondo il Presidente, soprattutto nel saper preservare i propri spazi formativi perché nella vita delle diocesi la pastorale ricerca laici formati che trova spesso nelle associazioni più strutturate. E’ stato affrontato anche il problema dei nuovi linguaggi, della mobilità e della necessità di percorsi di ricerca per i giovani, con riflessioni fatte insieme a loro, capaci di idee profonde e innovative. Insomma è emersa la necessità di un’associazione più dinamica, più disponibile a ricercare e a porsi domande più che a dare risposte. Alla fine un sogno condiviso: aggiornare sempre più l’ACI sul Concilio verso la sinodalità e la corresponsabilità.

La giornata si è arricchita della celebrazione Eucaristica, presieduta dall’Assistente Unitario Don Carmine Agresta, che, nella sua omelia, ha ripercorso il percorso sul discepolato che l’evangelista Marco ci sta facendo fare in queste domeniche e della necessità che il discepolo abbia uno sguardo nuovo dopo l’incontro col Signore, che sana i nostri insuccessi e la nostra conseguente depressione, che è lo sguardo di Dio sulla storia.

Infine assai gradita la visita fraterna ed informale del nostro Arcivescovo Mons. Ciro Miniero, che ha condiviso con i presenti il momento conviviale del pranzo.

Azione Cattolica: un anno di… formazione e condivisione

a cura di Daniele Panarelli, vicepresidente diocesano Settore Adulti

Si sono conclusi lunedì 30 settembre gli incontri vicariali ed intervicariali organizzati dal consiglio diocesano di Azione Cattolica per presentare gli itinerari formativi 2024-2025.
Le quattro giornate, che hanno visto la partecipazione di responsabili, animatori ed educatori provenienti da tutte le vicarie dell’arcidiocesi di Taranto, sono state un’occasione preziosa per fare il punto sulla vita associativa e definire i prossimi obiettivi.

Le vicarie sono state suddivise in quattro macro-aree per favorire una partecipazione più attiva e personalizzata. Gli incontri si sono svolti in Concattedrale per le vicarie di Taranto e Talsano-San Vito; nella parrocchia Regina Mundi di Martina Franca per le vicarie di Crispiano-Statte e Martina Franca; nella parrocchia Maria SS. Immacolata di San Giorgio Jonico, per la vicaria di San Giorgio Jonico, le parrocchie di Carosino, Fragagnano, San Giorgio e San Marzano; e nella parrocchia San Marco di Torricella, per la vicaria di Pulsano, le parrocchie di Leporano, Lizzano, Pulsano e Torricella.

Particolarmente bello è stato il coinvolgimento di tutti i partecipanti come anche la particolare attenzione e cura nella accoglienza da parte delle parrocchie ospitanti.

Durante i 4 incontri la presidente diocesana, Letizia Cristiano, ha presentato gli orientamenti nazionali per il triennio in corso e ha presentato i prossimi appuntamenti diocesani. Successivamente, i presenti si sono divisi per settori e articolazione per condividere progetti, esperienze e buone pratiche.

“Questi incontri sono stati un momento fondamentale per rafforzare il senso di appartenenza alla nostra grande famiglia, – ha dichiarato Letizia Cristiano – abbiamo condiviso un percorso di crescita e maturazione, che ci guiderà nel prossimo anno.

Tra i prossimi appuntamenti, segnaliamo la presentazione dell’icona biblica, domenica 13 ottobre e il primo dei 4 incontri di formAzione, domenica 27 ottobre, con la partecipazione straordinaria del presidente nazionale Giuseppe Notarstefano.

Un tesoro di condivisione: la festa diocesana di inizio anno associativo

a cura di Daniele Panarelli, vicepresidente diocesano Settore Adulti

Sabato 28 settembre, il seminario arcivescovile è stato teatro di una giornata ricca di entusiasmo e partecipazione per la festa di inizio anno dell’Azione Cattolica.
Adulti, giovani, giovanissimi e ragazzi della ACR si sono ritrovati per un pomeriggio all’insegna dell’amicizia e della collaborazione.

Protagonista indiscussa della giornata è stata una coinvolgente caccia al tesoro che ha tenuto tutti con il fiato sospeso. Indizi da decifrare, enigmi da risolvere e sfide da superare hanno impegnato i partecipanti, che si sono mossi per gli spazi esterni del seminario alla ricerca del prezioso tesoro. Filo conduttore dei giochi è stata la storia e i testimoni di AC e, per chi ancora non la conosceva c’è stata la possibilità di vedere la sede diocesana dell’azione cattolica. Ma c’è stato un colpo di scena: per raggiungere l’obiettivo, era indispensabile la collaborazione di tutti i gruppi. Un messaggio chiaro e importante, che ha sottolineato il valore della partecipazione e dell’unitarieta’.

Al termine della caccia, la gioia della scoperta si è unita al piacere di condividere una gustosa merenda.
La festa si è conclusa con momenti di musica e allegria, suggellando un pomeriggio indimenticabile.

Il successo della festa è stato possibile grazie al prezioso lavoro del Consiglio Diocesano, che fin dalla mattinata si è dedicato alla preparazione della stessa con entusiasmo e dedizione.

Auguriamo a tutta l’Azione Cattolica un anno ricco di iniziative, di crescita e di nuove amicizie!