Quando la vocazione ti porta… “fuorisede”

A cura di Elio Simone La Gioia – Segretario MSAC

La fine di un anno, sia scolastico che universitario, coincide quasi sempre, con il momento di tirare le somme e per me, ancora di più quest’anno. Detto questo, ho pensato di voler condividere con voi una storia particolare, la mia: quella di uno dei tanti studenti che lasciano la propria terra d’origine per andare a studiare fuori.

Non è mai facile lasciare il luogo in cui si è cresciuti: la propria famiglia, gli amici di sempre, tantomeno la propria parrocchia. Con questo sentimento di malinconia iniziale sono partito ad inizio settembre per raggiungere Roma e durante il tragitto di questo primo viaggio da fuorisede, tante domande hanno iniziato a balenarmi per la testa, una su tutte però, mi interrogava su come sarebbe stata la mia vita, da quel giorno in poi, così lontano da casa.

Abbastanza ricorrenti sono state le parole del mio parroco, don Lucangelo De Cantis, che salutandomi mi rincuorava dicendomi che a Roma avrei trovato “un tabernacolo davanti al quale pregare e una parrocchia che mi avrebbe accolto”: posso affermare che, a quasi un anno di distanza, queste parole si sono rivelate proprio vere.

In questo nuovo anno ho avuto la fortuna di poter proseguire il cammino in associazione grazie al progetto Fuorisede,  il quale da anni si impegna ad aiutare e sostenere  giovani studenti e lavoratori, tramite la collaborazione tra diocesi diverse.

Mi è capitato durante questi mesi di incontrare tante persone, ognuna con la propria unicità ed originalità ed in particolare mi ha colpito l’incontro con uno studente fuorisede “inusuale”: un giovane seminarista della diocesi di Castellaneta, Giovanni Fonseca, qui a Roma per concludere la sua formazione in vista del sacerdozio.

Chiacchierando con lui spesso, ci siamo confrontati  sull’esperienza bella che l’AC rappresenta per la mia vita ed, in una delle nostre ultime conversazioni, gli ho posto qualche domanda ripensando alle parole che il presidente nazionale uscente ci ha consegnato in occasione della XVII Assemblea Nazionale: “dobbiamo sentire forte la responsabilità di avere cura […] dei seminaristi, che dobbiamo accompagnare e sostenere, facendo loro pregustare la possibilità di vivere in pienezza la propria vocazione godendo dell’amicizia e della collaborazione di laici maturi e generosi, capaci di camminare insieme, sinodalmente, nella corresponsabilità”.

Senza accorgercene, abbiamo toccato temi importanti, sui quali l’AC è particolarmente attenta, come: la varietà dei carismi che lo Spirito suscita nella chiesa, il protagonismo laicale e (perché no) anche di vocazione. Detto questo, ho pensato allora, di volere condividere con voi alcune di queste riflessioni.

C’è un aspetto che ti ha colpito particolarmente del cammino che l’AC propone?

Personalmente provengo da una realtà ecclesiale in cui l’Azione Cattolica, in tutte le sue forme, rappresenta il cuore pulsante della formazione di ogni cristiano. È un dato di fatto che l’AC ha da sempre avuto a cuore la persona nella sua interezza, come Papa Francesco ha ricordato all’associazione in occasione del suo 150° anniversario. In quest’anno, ritengo che sia stata particolarmente stimolante e utile per la mia formazione pastorale, l’esperienza che ho maturato nella parrocchia di San Roberto Bellarmino in cui risiedo e dove ho avuto modo di conoscere più da vicino l’Azione Cattolica dei Ragazzi.

Ritengo particolarmente profetica, soprattutto in seguito al periodo scoraggiante appena trascorso, la dimensione peculiare dell’ACR in cui la formazione, oltre a risiedere nel gruppo, valorizza ogni aspetto del singolo.

Da studente fuorisede, una bella sorpresa è stata quella di conoscere il MSAC, un interessante provocazione alla missionarietà rivolta ai giovanissimi.Sono contento che questa interessante iniziativa sia nata da poco, anche tra le fila dei giovani studenti della mia diocesi di Castellaneta.

vocazione

Da seminarista, come pensi che AC e vocazione, si incontrino?

Non è mai banale o scontato parlare di vocazione, soprattutto se ci si ritrova a diversi confrontare con chi (magari da tempo) è in ricerca di certezze sul proprio futuro. Solo quando la parola “vocazione” si incontra con la parola “discernimento”, è allora possibile comprendere come la storia di ognuno di noi, nasconda in se, qualcosa di grande: un amore capace di servire, donando la propria vita per gli altri. 

Vocazione ed AC, per me, rappresentano un binomio consolidato che, anche nella specificità laicale che contraddistingue l’associazione, concorre a generare e sostenere anche le vocazioni destinate al sacerdozio o alla vita consacrata. È un dato di fatto che l’Azione Cattolica rappresenti un grembo fecondo per la nascita e per la crescita attenta di nuovi carismi a servizio della Chiesa.

Come l’AC può provare ad aiutare ragazzi, giovani e adulti in un cammino di ricerca della propria vocazione?

Qui la questione è davvero seria! Perché qualsiasi scelta avventata che possiamo compiere nella nostra vita, rischia di compromette seriamente la nostra felicità. È perciò fondamentale che ogni vocazione sia sempre e comunque accompagnata, custodita e valorizzata, così come ci ricorda il Documento finale del Sinodo dei Vescovi riguardo “i giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. 

Ogni cristiano è chiamato, perciò, ad essere custode e promotore della propria vocazione, ma soprattutto altrui; allo stesso modo, auguro che i responsabili associativi, ad ogni livello, possano sentire forte questo richiamo a collaborare attivamente con i propri pastori, per garantire alla Chiesa sempre nuovi discepoli-missionari.

Sperando che questi spunti di riflessione possano essere utili, soprattutto a chi leggendo, si riconosce in queste righe, desidero concludere ricordando che il MSAC è sempre a disposizione di tutti coloro che proprio come me, hanno deciso di compiere la scelta di studiare lontano dalla propria terra.

Se hai domande, dubbi o vuoi proseguire il percorso in associazione contattaci sui nostri social o all’indirizzo mail msac@actaranto.it

HO UN POPOLO NUMEROSO IN QUESTA CITTÀ

A cura di Antonella Caputo – Vicepresidente Adulti

Dal 25 aprile al 2 maggio si è tenuta la XVII ASSEMBLEA NAZIONALE dell’Azione Cattolica Italiana in modalità telematica, causa il prolungarsi dell’emergenza sanitaria.

L’Assemblea ha avuto il compito di rinnovare l’organico del Consiglio Nazionale e presentare il documento assembleare che accompagnerà la vita associativa nel prossimo triennio.

Circa 700 i delegati delle Diocesi di tutta Italia che si sono ritrovati su piattaforma a seguire e partecipare attivamente ai lavori, un numero elevato che ha impegnato non poco gli organizzatori.

I lavori si sono aperti col saluto del Presidente Nazionale uscente Matteo Truffelli che ha ricordato l’importanza del 25 aprile e ha fatto riferimento, naturalmente, alla pandemia che ha condizionato pesantemente la vita di ognuno di noi ma che non ha fermato il cammino di AC.

Truffelli ha parlato della “profezia della mitezza” che trasforma la storia con umiltà e mitezza e che ha avuto come esempi significativi persone come Bachelet, Armida Barelli, Carretto, Sturzo, Mazzolari e don Tonino Bello. Ai soci ha chiesto di rinnovare l’impegno nelle città, lungo i sentieri missionari, perché sia sempre più una AC in uscita, in questa Chiesa e per questa Chiesa, all’insegna della sinodalità come insiste Papa Francesco, invitandoci a seguire le sue parole. Perchè l’Azione Cattolica,  Truffelli l’ha ribadito con decisione, sta con Papa Francesco.

La giornata è proseguita con i messaggi di buon lavoro all’Assemblea, arrivati dal Santo Padre e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Dopo il saluto iniziale trasmesso sui canali social di AC e Youtube i lavori sono proseguiti su piattaforma riservata ai soli delegati, i quali hanno avuto un po’ di tempo per seguire le spiegazioni tecniche che avrebbero permesso loro di cominciare il lavoro per cui sono stati chiamati.

E’ stato presentata la bozza del documento assembleare , sottoposto all’attenzione dei delegati che, divisi in gruppi, hanno analizzato ciascuno un punto in particolare decidendo se fare modifiche al documento stesso. Tali modifiche sarebbero poi state portate all’attenzione di tutti i delegati riuniti in plenaria e votati.

Il dibattito sul documento assembleare e la possibilità per tutti di presentare emendamenti è un esercizio di democrazia che caratterizza e nobilita un’associazione come la nostra.

Le serate del 27 e del 29 aprile sono state in chiaro, visibili a tutti. Il 27 aprile abbiamo ascoltato alcune testimonianze relative al “prendersi cura”: un ponte di volontariato tra l’Italia e la Terra Santa e l’impegno di suore cattoliche e laici che a Betlemme mandano avanti HOGAR NINO DIOS prendendosi cura di bambini in difficoltà e rifiutati dai genitori perché gravemente malati. Si è concluso con un momento di preghiera.

Il 29 aprile un altro momento di approfondimento che ha avuto come tema “Sulla stessa barca”.

Sabato 1° Maggio si è entrati nel vivo dei lavori assembleari, deliberando e votando tutti gli emendamenti arrivati ai coordinatori dei vari gruppi.

Ogni delegato ha ottenuto una scrivania virtuale per permettere di esprimere il proprio voto in perfetto anonimato e, volendo, di presentare emendamenti personali diversi dal punto che il suo gruppo ha esaminato. Ovviamente questo ha richiesto moltissimo tempo. Le votazioni sono proseguite fin quasi alla mezzanotte, poi sospese e riprese l’indomani. Ma intanto si è votato anche per il nuovo Consiglio Nazionale ma su piattaforma diversa: ogni delegato ha espresso le proprie preferenze ricevendo un codice identificativo segreto di accesso per votare e nonostante qualche incertezza tutto si è svolto rapidamente.

Nel pomeriggio del 2 maggio si è votato il documento finale che sarà diffuso quanto prima, è stata votata ancora una mozione, aggiunto un contributo dei ragazzi ACR al documento assembleare, quindi i nuovi eletti e le loro Diocesi:

ACR : LOVATO ( Verona ) – D’ANTONI ( Cefalù )– TIBALDI  ( Alba ) – D’ANGELO  ( Teramo-Atri) – MACCHIAVELLO ( Genova ) – TELESCA ( Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo ) – ZAMBON ( Milano )

GIOVANI : ZARDI ( Imola ) – GITTO ( Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela ) – BENEDETTO ( Mondovì ) – CARROZZA ( Sulmona-Valva ) – SERENI ( Terni-Narni-Amelia ) – TORRINI ( Fiesole ) – BIANCHI ( Brescia )

ADULTI : FRATINI ( Fiesole ) – BOSSIO ( Ancona-Osimo ) – PANZANI ( Milano ) – PAPARELLA ( Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi ) – MELI ( Ragusa ) – DE SANTIS ( Cosenza-Bisignano ) – CARROZZO ( Brindisi-Ostuni )

Prima di chiudere la XVII Assemblea Nazionale un emozionato e commosso Matteo Truffelli ha salutato con vari ringraziamenti chi lo ha accompagnato in questo settennato di Presidenza AC, citando, per 6 volte, lo stesso verbo-impegno; amare.

AMARE il nostro tempo come seminatori di speranza, non diffondendo paure e timori.

AMARE il nostro mondo tenendo presente l’ecologia integrale che tanto sta a cuore a Papa Francesco, prendendoci cura del nostro territorio.

AMARE la Chiesa, camminando con quella locale, italiana e mondiale,

AMARE la gente, soprattutto i piccoli, i poveri, gli emarginati. Ricordiamoci che siamo popolo di Dio.

AMARE chi si affida alla nostra passione educativa, impegno verso tutta la società civile.

AMARE l’AC, speranza di migliaia di persone: raccontarla, promuoverla, sostenerla.

Tutto questo perché l’AC, come disse il vescovo Mansueto Bianchi, assistente ecclesiastico di Azione Cattolica, “Siete una Chiesa bellissima”.

Termina qui questa anomala Assemblea Nazionale, in cui tutto è anomalo a causa di una pandemia che ci ha piegati ma non sconfitti.

Ringrazio anch’io la Presidenza Diocesana che ha voluto coinvolgermi in questa esperienza e che mi è stata accanto aiutandomi e sostenendomi.

E ringrazio anch’io l’AC .

Promuovere la nostra Associazione, farla conoscere, è un impegno davvero necessario, perché l’AC è uno scrigno pieno di pietre preziose che prendono luce dal Vangelo. La luce del Vangelo deve essere per tutti!

Giornata Mondiale della Terra

Terra

A cura di Alessia Colucci – Consigliere diocesano

Ogni giorno, in quanto cristiani ma ancora prima come donne e uomini che abitano questa Terra, siamo chiamati a tutelarla e a prenderci cura della nostra casa comune.

Mai come negli ultimi decenni siamo stati chiamati in causa, in primis dai patriarchi della nostra Chiesa, a sentirci parte attiva del presente e del futuro, partendo proprio dal comprendere e proteggere la nostra “sorella Terra”. Prendersene cura significa avere a cuore ogni angolo della Terra e ogni donna, uomo, bambino che su essa vive.

Questo anno ha sicuramente messo a dura prova ognuno di noi, ha sconvolto il nostro equilibrio, le nostre certezze, portando scompiglio in ogni parte del mondo.

«…l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e ad essere felice, e inoltre ha una speciale dignità…».

LAUDATO SI’ 43

La salute è un diritto fondamentale per ogni essere umano, per questo la condizione di pericolo e rischio, vissuta dallo scorso 2020, a causa del Covid-19, è fonte di preoccupazione per ognuno di noi, poiché ogni vita è sacra e deve essere salvaguardata, non solo dai governi dei nostri Paesi, ma anche da ciascun cittadino di questo mondo. Ripensare, non tanto ai numeri quanto ai volti di tutti i genitori, figli, nonni, amici, compagni che in questo periodo sono mancati all’affetto dei cari, sconvolge i nostri cuori.

In un tempo in cui i rapporti sociali sono fonte di preoccupazione, e di contagio riferendoci alla situazione pandemica che viviamo, abbiamo riscoperto l’essenzialità dei gesti di affetto, ognuno di noi ha pensato con malinconia al poter finalmente di nuovo ricevere e dare un abbraccio, un bacio, una carezza.

Parlando, poi, di dignità dell’essere umano è impossibile non collegarci alla crisi lavorativa causata da questa pandemia.

«…Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale…».

LAUDATO SI’ 128

Ogni essere umano ha diritto a mantenere la propria dignità, tramite un lavoro che gli permetta di mantenere sé stesso e la sua famiglia, ma anche di poter raggiungere la realizzazione personale. In questi mesi per troppe donne e per troppi uomini è venuto a mancare tutto questo. È importante che ciascuno possa ricostruire la propria dimensione il prima possibile, nel rispetto delle norme e di ciascuna vita.

Queste condizioni hanno portato ad un aumento della povertà per molti, causando ancora più disparità e iniquità nel mondo.

«… un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri… ».

LAUDATO SI’ 49

Se vogliamo rispondere al grido di aiuto che la nostra sorella Terra ci fa pervenire è essenziale rispondere alle esigenze di ogni uomo, curare i bisogni di tutti eliminando ogni ostacolo che si trovi sulla strada per la totale realizzazione di ciascuno.

«…La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana…L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune…».

LAUDATO SI’13

La preoccupazione comune, che in questi mesi ci ha unito nell’affrontare la situazione pandemica, ha sottolineato la necessità di una cooperazione tra tutti gli esseri umani. La parola chiave è certamente corresponsabilità. È in questo che oggi, nella Giornata Mondiale della Terra, riponiamo la nostra speranza.

Non lasciamo che nulla in questo mondo ci risulti indifferente

 «Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vescovi del Sudafrica, “i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio”. Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità.».

LAUDATO SI’14

Lettera ai soci per gli auguri pasquali

A cura di don Carmine Agresta – Assistente Unitario

Carissimi,

permettete che mi rivolga a voi nell’imminenza della Pasqua per indirizzare a voi tutti e alle vostre associazioni un pensiero augurale. Il momento che stiamo vivendo si sta prolungando ormai da parecchio tempo e siamo un po’ tutti stanchi. Alla fatica delle restrizioni a cui ci ha costretto questa situazione poi, si aggiunge il dolore e la sofferenza per la scomparsa di persone care che, proprio a causa di questa pandemia, son venute a mancare. E, come se non bastasse, anche quest’anno saremo costretti a vivere la Pasqua, sia nella sua dimensione liturgica che in quella familiare, con i ritmi e le possibilità dettati dalle misure di contenimento del contagio. E se, una speranza sembra nascere dalla possibilità data dai vaccini, comprendiamo anche che ancora per lungo tempo dovremo fare i conti con un virus che ha preso ormai cittadinanza tra di noi. Ecco perché quanto mai utile ci sembra il messaggio che ci viene dalla Pasqua per ritrovare le ragioni della speranza.

La prima cosa che non dobbiamo dimenticare è che la risurrezione di Gesù è una realtà che appartiene e riguarda la storia, e la nostra storia in particolare. Alle volte ci approcciamo a questo mistero quasi come se fosse un racconto del passato o un fatto ideale o, peggio ancora, una favoletta con cui consolare i disperati. La risurrezione è un fatto reale che ha cambiato la storia e la creazione e ha impresso in loro un dinamismo che va nella direzione della pienezza e del compimento, per cui stiamo camminando verso il meglio che è già iniziato ma che è ancora da venire, anche se le contraddizioni e le fragilità del mondo antico non sono ancora passate pur se già vinte definitivamente. Non dobbiamo cadere nell’errore di fermarci davanti al sepolcro senza mai entrarci dentro e accorgerci che quella tomba è vuota e la morte ( e tutto ciò che ha il suo sapore…) non ha avuto l’ultima parola. Forse anche noi pensiamo che non ci sia nessuno in grado di rotolare via quel grande masso che occlude l’ingresso del sepolcro e pesa sul nostro cuore? A cosa ci sta preparando questo lungo sabato santo che stiamo vivendo, nessuno lo può sapere, ma siamo certi che la luce del Risorto squarcerà anche questa notte!

La seconda sollecitazione viene a noi dalla Liturgia che celebriamo che ci fa guardare al Mistero pasquale come ad un unico evento celebrato all’interno di un Triduo. La risurrezione di Gesù cioè non appare sulla scena all’improvviso ma avviene il Terzo giorno, dopo il Giovedì e il Venerdì Santo. Quando in definitiva Gesù ci dà testimonianza non solo di aver amato i suoi sino in fondo, sino cioè alla morte di croce, ma nell’istituzione dell’eucaristia ci rende partecipi di questo dono di amore e ci chiede di farne memoria non solo nel rito ma nell’offerta della nostra vita. La grazia e il frutto della risurrezione sono così la conseguenza di una vita offerta al Padre per il bene dei fratelli. Ogniqualvolta che nella nostra vita riusciamo a riproporre questa logica del Cristo la potenza della sua risurrezione non solo rivive in noi ma si attualizza anche attorno a noi. La speranza così non si fonda solo sul nostro desiderio ma sulla riattualizzazione delle scelte di Gesù nella nostra vita.

Non lasciamo allora che la tristezza e lo scoraggiamento prendano il sopravvento ma facciamo spazio alla speranza che nasce da quella tomba vuota e sentiamo per noi le parole del Vangelo di Matteo che ci rassicura di una presenza e di un amore che mai viene meno: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli” (Mt 26, 18).

Buona Pasqua a tutti!

Taranto, 1 aprile 2021

“NELLE MANI DEL RISORTO” – L’esperienza degli Esercizi Spirituali online

A cura di Antonella Caputo – Vicepresidente Adulti

Dal 12 al 14 marzo si sono svolti gli esercizi spirituali dell’Azione Cattolica. Neanche quest’anno si è voluto rinunciare a questo sentito appuntamento che non ha potuto vederci in presenza, ma grazie all’uso dei mezzi tecnologici a nostra disposizione si è potuto ovviare a questa mancanza.

Wathsapp e piattaforma online ci hanno permesso di riunirci per pregare, meditare e confrontarci con la guida del nostro assistente don Carmine Agresta. La modalità è stata pensata e organizzata dalla Presidenza e dalla Commissione web di AC, i quali hanno lavorato con impegno e attenzione affinché gli esercizi spirituali potessero effettuarsi al meglio nelle condizioni attuali.

Le meditazioni erano incentrate sull’Apocalisse di Giovanni, un libro dal forte valore simbolico che ha interessato e incuriosito i vari partecipanti a questo appuntamento: ogni mattina sul canale Youtube della nostra associazione (Azione Cattolica Taranto) abbiamo ascoltato il commento delle prime 3  lettere alle 7 chiese dell’Asia Minore.

Il commento autorevole di don Carmine ci ha accompagnato nelle comunità cristiane di EfesoSmirne e Pergamo, introducendoci alla bellezza del messaggio del Risorto a loro inviato, lasciandoci spunti di riflessione da meditare durante la giornata.

Abbiamo conosciuto meglio EFESO , fedele alla sua dottrina ma dimentica del suo “primo amore”; SMIRNE e la sua minoranza di dinamica comunità  cristiana; PERGAMO città pagana tollerante coi cristiani purché adorassero l’imperatore.

La sera, su piattaforma, abbiamo potuto ritrovarci per un momento comunitario, per pregare ma anche per condividere ciò che la Parola meditata ha suscitato in noi.

Abbiamo raccolto i commenti di alcuni partecipanti per capire se e quanto abbiano gradito questo incontro che con questa modalità online ha comportato, ne siamo consapevoli, un piccolo sacrificio in termine di attenzione e di raccoglimento spirituale.

Sottolineo l’attenzione dell’AC verso le esigenze spirituali degli aderenti e ho considerato la lettura delle pagine proposte come attuali e profetiche, riuscendo a ritagliarmi spazi di preghiera pur nel caos della quotidianità, una vera sfida che ho vinto in un tempo in cui siamo sempre connessi

GABRIELLA IAVERNARO

Una esperienza molto positiva; in questo momento  connettersi online era l’unica scelta possibile e l’AC ce l’ha offerta. Impossibilitati a creare un adeguato spazio di silenzio, la modalità impostaci dalla pandemia ha comunque reso possibile entrare in profondità nella parola di Dio scoprendo un testo non facile che, grazie alla presentazione su YOUTUBE, consente il riascolto.

MARIA CARMELA BASILE

Tecla gioca sul neologismo PAD , preghiera a distanza, che ha permesso comunque di fermarsi un momento in casa tra le tante attività quotidiane per mettersi nelle mani del Risorto, l’unico che non ha mai sperimentato la distanza.

TECLA ZANI

L’esperienza del deserto in città ha permesso di meditare la Parola e pregare tra gli impegni quotidiani, evento faticoso ma rivelativo della nostra continua spiritualità animata dallo Spirito Santo. Angela sottolinea la qualità delle meditazioni proposte visualizzate da un numero elevato di persone e l’arricchimento reciproco delle collatio serali

ANGELA GIUNGATO

Tutto ciò che è nuovo spaventa un po’ e gli esercizi spirituali in virtuale lo era ancora di più. Ma quando si realizza che la casa diventa realmente chiesa domestica tutto diventa normale perché la quotidianità della vita diventa se stessa esercizio spirituale.

PASQUALE MASSAFRA

La difficoltà a ritagliarsi spazi e momenti di vero deserto in mezzo alla realtà quotidiana che ci impegna c’è stata, ma ho potuto ugualmente apprezzare queste meditazioni che don Carmine ha reso semplici e comprensibili collegando il testo dell’Apocalisse ad altri passi della Sacra Scrittura. Un’esperienza che mi ha fatto riflettere sulla vita attuale e sulla situazione della Chiesa in questo tempo.

LETIZIA CRISTIANO

Queste sono alcune considerazioni che abbiamo raccolto. Sono state, naturalmente, sottolineate le difficoltà che tutti noi abbiamo riscontrato ma che ci hanno reso consapevoli del fatto che un cammino accidentato non può cambiare il nostro percorso, non lo può fermare.

La Parola continua ad essere luce che illumina i nostri passi e noi, come soci di AC, siamo chiamati ad essere testimoni attivi e fedeli in qualsiasi tempo.

Grazie agli organizzatori, a don Carmine e a tutti coloro che hanno partecipato a questi esercizi spirituali un po’ particolari.

Aspettiamo con fiducia tempi migliori continuando il nostro cammino al fianco del Risorto.

DISTANTI, MA SEMPRE VICINI: Il social web diventa una risorsa per la formazione e la cura delle relazioni umane

A cura di Letizia Cristiano – Presidente diocesano

“Cari fratelli e sorelle, da quando internet è stato disponibile, La Chiesa ha sempre cercato di promuoverne l’uso a servizio dell’incontro tra le persone e della solidarietà tra tutti. Con questo Messaggio vorrei invitarvi ancora una volta a riflettere sul fondamento e l’importanza di essere-in-relazione e a riscoprire, nella vastità delle sfide dell’attuale contesto comunicativo, il desiderio dell’uomo che non vuole rimanere nella propria solitudine”.

Con queste parole Papa Francesco introduceva il Messaggio per la 53.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. “La rete, proseguiva il Pontefice, è una risorsa del nostro tempo. E’ una fonte di conoscenze e di relazioni un tempo impensabili”.

Oggi più che mai, in questo tempo di pandemia in cui non possiamo spostarci né incontrarci tutti in presenza, l’utilizzo dei social ci permette di investire sulle relazioni, di restare vicini anche se fisicamente distanti. L’uso del social web non sostituisce l’incontro dal vivo che si estrinseca attraverso il corpo, il cuore, gli occhi e lo sguardo dell’altro ma lo integra e ci permette di vivere l’attesa di tale incontro.

“Non ci rassegniamo all’idea che non si possa fare nulla se non si può fare ciò che avevamo previsto. Il distanziamento imposto dalle norme sanitarie ha chiesto e chiederà non di rinunciare alla prossimità, ma di manifestarla in forme inedite.” (Dal documento del Centro Nazionale “A vele spiegate”).

Con questo convincimento tanti membri del consiglio diocesano si stanno impegnando, ormai da diversi mesi, per rilanciare la comunicazione attraverso i social media (Facebook e Instagram) e le piattaforme web (You Tube) canali utilizzati per la diffusione di foto, video e dirette streaming ed inoltre, con tenacia, sono riusciti a ripristinare il sito web della nostra AC diocesana.

Desideriamo che questo sito sia una risorsa in più per la cura delle relazioni, per lo scambio di notizie, per l’aggiornamento e la formazione personale e auspichiamo altresì che esso si possa arricchire di contenuti grazie anche al contributo di tutte le associazioni parrocchiali.