A cura di Elio Simone La Gioia – Segretario MSAC
Siete capaci di cambiare la realtà? È proprio dalla domanda che Papa Francesco ha consegnato ieri nel videomessaggio inviato ai 2000 giovanissimi riuniti a Montesilvano per la Scuola di Formazione Studenti, che ci sentiamo di partire per raccontare questa esperienza.
Molto spesso parlando dei più giovani ci si riferisce a noi come la generazione che non ha voglia di impegnarsi, che ha perso il desiderio di spendersi per gli altri, che non ha a cuore il servizio. L’SFS dimostra invece che ci sono msacchini e msacchine in piccoli comuni e in grandi città, nel nord e nel sud dell’Italia, in scuole più o meno grandi e al passo con i tempi che hanno voglia di prendersi del tempo per incontrarsi e confrontarsi su come poter essere studentesse e studenti in grado di cambiare la realtà.
Al centro dell’iniziativa l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata nel 2015 dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità per tutti entro il 2030. L’Agenda comprende 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che coprono un’ampia gamma di sfide globali, tra cui la lotta contro la povertà, la fame, la disuguaglianza, il cambiamento climatico e la preservazione della biodiversità.
L’obiettivo principale dell’Agenda 2030 è quello di creare un mondo più equo, giusto e sostenibile per le generazioni future, promuovendo uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile, una gestione responsabile delle risorse naturali e un accesso equo ai servizi di base come l’istruzione, la salute, l’acqua e l’energia. Per raggiungere questi obiettivi, l’Agenda 2030 richiede una forte collaborazione e un impegno congiunto di tutti i paesi, le organizzazioni internazionali, il settore privato, la società civile e i cittadini.
Abbiamo compreso, accompagnati da ospiti esperti e divisi in officine tematiche, che è nostra responsabilità essere attivi per il raggiungimento di questi obiettivi, nessuno deve sentirsi un attore secondario ma ciascuno può generare movimento ed è capace di cambiare la realtà partendo dalla propria classe, dal proprio gruppo giovanissimi, dagli ambienti di vita di ogni giorno.
Un’officina tutta particolare è stata curata dei nostri assistenti: l’officina Z, un luogo in cui potersi prendere del tempo, guardarsi dentro e riflettere su cosa ogni giorno ci cambia, perché il cambiamento parte da noi, ma parte soprattutto da dentro di noi, da un cuore rinnovato, don Tonino Bello ce lo ha ricordato quando abbiamo letto il suo testo dove invita noi giovanissimi a convertire il cuore. Don Tonino scriveva infatti: cambia il tuo cuore. È dal cuore vecchio che nasce la guerra. Chiedi al Signore che ti tolga il cuore di pietra e te ne dia uno di carne.
Non sono mancati i momenti di ascolto della realtà, in diversi momenti e con modalità differenti abbiamo riflettuto sulla dura realtà della guerra, ancora troppo presente nel mondo, con 59 conflitti attualmente in corso. Siamo stati in collegamento con uno studente ucraino che ci ha raccontato quanto sia diventato difficile fare un qualcosa che noi diamo per scontato ma che in questi contesti scontato non è: STUDIARE. È ancora don Tonino Bello a ricordarci l’importanza di studiare e di educarci alla pace: educati alla pace. Si, perché la pace è anche un’arte che si impara. Non basta lo slogan. Non basta una marcia. Non basta un cartello. Ci vuole lo studio. Occorre il confronto. Occorre soffrire. Ti sarà necessario anche prendere posizione: l’equilibrismo non è il modo giusto per difendere la pace.
Vogliamo lasciarci con un augurio scritto nella parte finale della lettera che Giulia Grasso, attivista per i diritti degli studenti, ha letto l’ultimo giorno di questa SFS c’è scritto: scegliete di studiare per voi stessi, per la vostra cultura, per il vostro futuro. Scegliete di vivere, e non lasciate che nessuno vi dica come dovete sentirvi. Chi dovete essere. Cosa dovete studiare. Perché dovete studiare. Cosa fare del vostro futuro. Siate voi gli autori della vostra vita, anche sbagliando. Ma non dimenticate mai che l’errore, la bocciatura, il voto, non siete voi.
Torniamo a casa, nella nostra diocesi e nel nostro circolo con ancora più voglia di essere studenti impegnati, con ancora più voglia di essere e di fare movimento!